Con la proposta di Direttiva COM(2013) 884, la Commissione europea spinge verso un'allineamento negli Stati membri della disciplina delle infrazioni doganali e delle relative sanzioni. Nonostante infatti la legislazione doganale sia pienamente armonizzata in ambito UE (consolidata nell’ambito di due regolamenti principali: il codice doganale comunitario: Reg. 2913/1992 e le relative disposizioni di applicazione: Reg. 2454/1993), la sua attuazione rientra ancora nelle competenze dei singoli Stati membri. Di conseguenza, la normativa doganale segue 28 diverse modalità esecutive che ne pregiudicano l’uniforme applicazione a livello europeo.
Accade così che ciascuno Stato membro ricolleghi alle stesse infrazioni doganali sanzioni assai differenti sia per natura (es. sanzioni amministrative o penali), che per gravità (es. sanzioni pecuniarie, misure detentive, confisca dei beni, interdizioni temporanee o permanenti dall'esercizio di attività industriali o commerciali, ecc.).
Un gruppo di lavoro istituito dalla Commissione nell'ambito del Programma Dogana 2013 con 24 Stati membri (fra cui l’Italia) aveva recentemente analizzato i vari regimi nazionali che disciplinano le infrazioni doganali e le relative sanzioni, riferendo i risultati dell’indagine alla Commissione. La proposta della Commissione parte proprio da queste differenze per lanciare l’idea di un quadro giuridico comune per il trattamento delle infrazioni doganali e di disciplina del relativo sistema sanzionatorio, colmando il divario tra i diversi regimi giuridici attraverso una piattaforma normativa comune che contribuisca al trattamento paritario degli operatori economici nell'UE.
(Disponibile il testo della proposta in italiano)